Corso di sensibilizzazione al gioco drammatico e all’esplorazione di sé, dell’ambiente e degli altri nella scuola dell’infanzia.
Walter Benjamin affermava che tutta la prima infanzia è un gioco teatrale dove bambine e bambini insegnanti e famiglie – a contatto con questa fascia d’età – dovrebbero essere coinvolti nella liberazione di un immaginario “fantastico” condiviso, per la costruzione e l’interpretazione di un mondo dove specchiarsi e riconoscersi tra pari e nel rapporto intergenerazionale.
Gianni Rodari credeva che il pensiero narrativo – ossia l’arte di inventare storie attraverso l’uso della parola, del corpo, dell’esperienza grafica e della musica – fosse la via privilegiata per alimentare il gusto del “bello” del “giusto” e del “dubbio” attraverso il gioco, che pone le basi per la nascita del pensiero critico e divergente attraverso il racconto, l’arte e tutta la pedagogia narrativa.
Tale tradizione educativa trova i suoi grandi seguaci ed esponenti in Gianni Rodari, Italo Calvino, Mario Lodi e più recentemente con Ascanio Celestini, Marco Paolini, Marco Baliani, Piero Gabrielli, Luisa Mattia e tutta una certa tradizione della narrazione per l’ infanzia, del teatro di narrazione e del teatro integrato che proprio attraverso il gioco drammatico ed i codici dell’arte, valorizza le diversità presenti in un gruppo, all’interno di un esperienza estetica ed artistica in generale. Possibile ricostruire il senso di un teatro e della teatralità infantile, all’interno di una scuola dell’infanzia?
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